In ambito fitness e benessere, in televisione e sui social, si sente ormai tutto e il contrario di tutto. E questo è ancor più accentuato quando si parla in particolare di alimentazione e macronutrienti. Nel corso degli ultimi 30 anni si sono susseguite le più svariate metodiche alimentari, propinate dai vari guru del momento e che, puntualmente, vengono ridimensionate una volta fatto il loro tempo. E’ per questo che ho deciso di fare chiarezza su sistema metabolico e allenamento.
Più nello specifico, tralasciando strategie a dir poco “fantascientifiche” (vedi diete del gruppo sanguigno, alcalina, ecc), in ambito bodybuilding e fitness, nel quale vi è forse una maggior consapevolezza nell’utente medio su certi argomenti, si tende invece a voler far passare come superiore una strategia alimentare che tende a ridurre un macronutriente (o 2) a favore di un altro, per chiunque e a prescindere da tutto. Nulla di più sbagliato, considerando che, appunto, l’alimentazione è forse la cosa che più dovrebbe essere personalizzata (in misura MOLTO maggiore dell’allenamento, ma è un altro discorso).
Ultimamente sto facendo molta ricerca nell’argomento delle neuroscienze e in particolare del sistema nervoso autonomo (ANS), e come quest’ultimo sia strettamente correlato ai processi di recupero.
Cosa c’entra questo? Ora ci arrivo.
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un articolo di Michael McEvoy, un divulgatore e clinico americano fondatore di Metabolic Healing che ha giornalmente a che fare con pazienti affetti da sindromi metaboliche (come il diabete) e problematiche correlate.
Egli spiegava di essersi ritrovato, per l’appunto, a lavorare con un diabetico di tipo II, al quale ha raccomandato di monitorare i suoi livelli di glucosio con un glucometro a vari intervalli durante il giorno, nonché di completare un diario alimentare giornaliero ogni giorno. Prima di attuare la nuova strategia alimentare, il livello di glucosio nel sangue dopo il digiuno notturno era di 209. Dopo cinque giorni lo stesso valore è stato misurato a 163 mg/dl.
Una diminuzione di 46 punti in 5 giorni! Inoltre, il suo livello di zuccheri nel sangue prima dei pasti è significativamente inferiore rispetto prima. Un chiaro segnale che le sue cellule hanno riacquisito una migliore sensibilità all’azione dell’insulina.
Qual è il segreto qui? Questa persona sta mangiando coerentemente con il proprio sistema metabolico.
No, non sto parlando di c****te come ectomorfo, endomorfo ecc.
SISTEMA METABOLICO
È indispensabile capire che un alimento e un nutriente possono comportarsi diversamente in due persone diverse. Questo non ha a che fare con una particolare qualità di un alimento piuttosto che un altro, ma piuttosto quanto è compatibile quell’alimento con il sistema metabolico dominante nel tuo corpo. La persona in questione in precedenza stava seguendo un tipo di dieta incompatibile con il suo tipo metabolico. Dopo la valutazione iniziale, è stato determinato uno squilibrio del sistema nervoso simpatico, che determinava, di conseguenza, il suo squilibrio metabolico.
Il sistema nervoso simpatico è responsabile della risposta allo stress, che comporta un aumento dei glucocorticoidi (soprattutto cortisolo) e delle catecolamine (come l’adrenalina). La sua elevata produzione surrenale era indicata da alti livelli di potassio nei tessuti. Alti livelli di cortisolo e adrenalina tenderanno entrambi a mobilizzare gli zuccheri in eccesso nel flusso sanguigno (aumento della glicemia). Inoltre, i diabetici di tipo II tendono anche ad avere un eccesso di sodio e livelli ridotti di magnesio, a causa del fatto che c’è insulino-resistenza (quantità troppo elevate di insulina impediscono, al contrario, al glucosio di entrare nelle cellule. Di conseguenza, questo tende ad aumentare il sodio e abbassare magnesio). La risposta del suo corpo alle elevate quantità di glucosio nel sangue ha provocato numerose complicazioni tra cui alti livelli di proteina C-reattiva (fattore di rischio cardiovascolare), varie risposte immunitarie e alti livelli di produzione surrenale.
Gli esempi che seguono sono due delle diverse possibilità, che illustrano come “il cibo di una persona è il veleno di un’altra”:
La persona n. 1 ha uno squilibrio dominante parasimpatico
La persona n. 2 ha uno squilibrio dominante simpatico
Persona n. 1: se la persona n. 1 mangia una dieta ricca di carboidrati, povera di grassi e povera di proteine, ciò le renderà più parasimpatiche. Al contrario, il sistema nervoso parasimpatico è quello deputato al rilassamento ed è responsabile di tutte le attività che si verificano quando il corpo è a riposo, comprese l’eccitazione sessuale, la salivazione, la lacrimazione, la minzione, la digestione e la defecazione.
Per una persona parasimpatico-dominante, questo tipo di dieta può produrre sintomi come ipoglicemia, prurito del cuoio capelluto, dolori muscolari e articolari, sonnolenza. Un tipo parasimpatico può essere predisposto ad un aumento di peso eccessivo a seguito di una dieta povera di grassi e povera di proteine.
Persona n. 2: se la persona n. 2 mangia una dieta ricca di proteine, grassi e povera di carboidrati, ciò le renderà più “simpatiche” (no, non nel vero senso della parola anzi… esattamente il contrario). Per qualcuno che è simpatico-dominante, questo tipo di dieta può produrre sintomi come ansia, agitazione, iperglicemia, gotta, ipertensione e vampate di calore. Un soggetto del genere può sperimentare un aumento di peso in eccesso quando si mangia una dieta troppo sbilanciata sui grassi, sulle proteine e a basso contenuto di carboidrati.
Capovolgi questi due approcci e otterrai livelli di energia ottimale e salute in abbondanza. Il soggetto a predominanza parasimpatica ha bisogno di un piano alimentare ad alto contenuto proteico, alto contenuto lipidico e basso contenuto di carboidrati. Il dominante simpatico ha bisogno di una dieta più ricca di carboidrati e ridotto apporto di grassi / proteine.
CONCLUSIONI
Il tipo metabolico è l’influenza più determinante sulla produzione e sull’utilizzo dell’energia da parte del tuo corpo. Il tuo corpo ha dei requisiti per una corretta ed efficiente produzione di energia (ATP). Fornire il tipo e la quantità di nutrienti corretti in relazione ai bisogni metabolici altamente individuali del proprio corpo è indispensabile per il buon funzionamento di quest’ultimo.
Diete e approcci alimentari completamente opposti produrranno tutte risultati ottimali in persone diverse, per le ragioni opposte.
Ovviamente, queste considerazioni sono legate a un discorso di “salute generale”, e sono spunti di riflessione che vanno contestualizzati e non presi alla lettera ciecamente come si suol fare con qualsiasi cosa si legga su internet.
Roberto Casalino
ISSA Personal Fitness Trainer & FIPL Strength Coach
rcoaching@outlook.com
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